Il cuore nuragico della Costa Smeralda

I Musei a Cielo Aperto dell’Isola

La Costa Smeralda è conosciuta in tutto il mondo per le sue spiagge paradisiache, la natura incontaminata e per il suo glamour, ma non tutti sanno che al suo interno nasconde un patrimonio culturale ben più profondo che custodisce circa 6000 anni di storia.

Già durante il Neolitico, infatti, nella municipalità di Arzachena nacque la prima civiltà organizzata conservata fino ai nostri giorni, conosciuta come “Cultura di Arzachena”. Fu una civiltà agropastorale con forti attitudini al commercio, alla navigazione e all’osservazione e studio degli astri.

Il Parco Archeologico del comune comprende 8 siti sparsi all’interno della campagna gallurese, a testimonianza di diversi millenni di storia, dal Neolitico (V millennio A.C – 3000 A.C.) fino al periodo finale dell’Età del Bronzo (II millennio A.C – 1800/900 A.C.).

Tempio di Malchittu

Sebbene non si sappia a quale divinità fosse consacrato, Malchittu fu senza ombra di dubbio un tempio sacro anche teatro di cerimonie e rituali, costituito a “megaron” con atrio e camera rituale. Il cammino che porta al tempio, che domina la vallata, passa tra incredibili rocce granitiche modellate dal maestrale tipicamente galluresi.

A 21 minuti da Porto Cervo.

Tomba Moru

Tomba Moru è frutto di una delle prime restaurazioni della storia. Di fatto nacque come monumento funerario (allée couverte), poi trasformato in Tomba dei Giganti (tombe costituite da Megaliti di straordinarie dimensioni piantate al suolo) durante l’Età del Bronzo Recente (1300-1000 A.C.), con ampliamento del tumulo di terra e del recinto di pietre impalate nel terreno e aggiunta dell’esedra (spazio cerimoniale semi-circolare esterno all’ingresso della tomba) .

A 17 minuti da Porto Cervo

Nuraghe Albucciu

Il nuraghe Albucciu è uno degli esempi più significativi di “protonuraghe” disposti a corridoio, antenati dei nuraghi, anche se la copertura fu modificata successivamente in forma a tholos (tronco-ogivali). Il complesso archeologico, situato a poche decine di metri dalla Tomba Moru e dal Tempio Malchittu, comprende anche resti di capanne circolari che facevano parte del villaggio nuragico.

A 18 minuti da Porto Cervo.

Nuraghe La Prisgiona

La Prisgiona, perla architettonica che domina la valle di Capichera, è tra le testimonianze dell’ingegno nuragico più affascinanti dell’isola e anche una delle più strutturate. Si tratta di un complesso formato da una fortezza, un esteso villaggio di circa 100 capanne (alcune delle quali ancora da riesumare), un pozzo per l’approvvigionamento idrico del villaggio (tutt’ora funzionante) ed un monumento funerario nelle prossimità, una sorta di metropoli per i tempi. Le diverse tipologie di reperti rinvenuti testimoniano il fatto che si trattasse di una civiltà dinamica e organizzata, abile nel commercio di larga scala con altri popoli del Mediterraneo, nella lavorazione e conservazione di cibi e bevande (le prime tracce di viticultura in Sardegna risalgono, di fatti, al periodo nuragico) e nella manifattura. Ogni capanna era organizzata in modo da assolvere la propria funzione creando una struttura sociale leader nel territorio.

A 24 minuti da Porto Cervo.

Tomba dei Giganti di Coddu ‘Ecchiu

La Tomba dei Giganti di Coddu ‘Ecchiu, risale ad un’epoca molto antica, circa al 2500 A.C. Nacque con una funzione di sepoltura collettiva e la sua peculiarità risiede nell’esedra centrale alta circa 4m, ad oggi la più alta rinvenuta, che fa di questo sito uno dei monumenti più suggestivi della Sardegna nuragica.

A 24 minuti da Porto Cervo.

Necropoli Li muri

La Necropoli di Li Muri è una preziosa testimonianza della cultura preistorica in Sardegna in quanto sito più antico del parco nuragico di Arzachena (risalente alla fine del V millennio AC.), regalando evidenti tracce della fervida attività Neolitica sull’isola. La principale peculiarità sta nella struttura, unica all’interno dell’isola, formata da 4 circoli originari in pietra, un quinto inserito durante l’Età del Bronzo. Strutture simili sono state ritrovate in zone sparse tra mediterraneo e Balcani facendo di questo sito uno degli esempi principali del megalismo europeo.

A 28 minuti da Porto Cervo.

Tomba dei Giganti di Li Lolghi

Li Lolghi, Tomba dei Giganti posizionata su un rilievo collinare, è databile in due diverse fasi nell’età del bronzo, fase antica e fase media. È costituita da una camera sepolcrare lunga 27 metri ed un’Esedra di 26 metri.

A 27 minuti da Porto Cervo.

Fungo di Lu Monti Incappiddhatu

Questo particolare sito è costituito da un enorme masso di granito eroso dal vento a creare un grosso fungo. I ritrovamenti effettuati intorno alla roccia testimoniano che fin dalla preistoria (3500A.C. circa) “il fungo” era frequentato ed utilizzato come rifugio anti-pioggia.

A 21 minuti da Porto Cervo.

Ecco in breve gli 8 siti custoditi nel cuore dell’area della Costa Smeralda.

La cultura archeologica sarda si sviluppò incredibilmente, lasciando sull’isola di un patrimonio storico di estrema rilevanza e unico al mondo.

“In Sardegna basta sdraiarsi accanto alle tombe di Giganti per liberare mente e corpo da influenze negative” (Aristotele).

M. C.

Costa Smeralda 2.0, la smart destination del futuro

Nasce il progetto “Costa Smeralda 2.0”, ambizioso disegno all’insegna della sostenibilità e del potenziamento dei servizi, che punta a fare della Costa Smeralda una smart destination.

Mario Ferraro, vicepresidente del Consorzio Costa Smeralda, per proiettare la Costa verso il futuro e adeguarla al mondo che evolve, si ispira alla lungimirante visione del creatore della Costa Smeralda Karim Aga Khan, che circa 50 anni fa gettò le prime basi per la realizzazione del suo progetto, che attuò passo dopo passo. Allo stesso modo, Ferraro, che già nel 2017 pubblicò la vision del progetto, ha elaborato il processo di evoluzione a piccoli step.

Già a partire dallo scorso inverno, sono stati realizzati i primi interventi, tra i quali l’ampliamento e la creazione di nuovi spazi verdi in perfetta sintonia con la flora endemica; la costruzione di importanti arterie pedonali, una delle quali a Romazzino, dove sono stati inaugurati 600 metri di pista pedonale; e il potenziamento delle prestazioni sanitarie che garantiscano una sicura fruizione dei servizi.

Punto di forza per la realizzazione del progetto Costa Smeralda 2.0 sono le sinergie tra gli attori dei diversi comparti, sia pubblici che privati, che collaborano all’insegna dell’obiettivo di sviluppo dell’area, condividendo risorse e know-how.

Uno dei principi del disegno di Ferraro è l’adeguamento agli standard richiesti dalle smart destination, attraverso il potenziamento delle strutture e la vivibilità dell’area. A questo fine, la parola chiave è sostenibilità, sia a livello economico che ambientale, prevenendo il turismo di massa e garantendo una migliore accessibilità, velocità ed esclusività, per garantire una alta qualità dell’esperienza per i turisti e un altrettanto alta qualità di vita per i residenti.

La sostenibilità economica consiste in un potenziamento delle capacità finanziarie a favore del consorzio, per generare nuove risorse e investire nell’evoluzione della destinazione.

La trasformazione della Costa Smeralda in una smart destination è un’attività strategica che richiede grandi risorse e un totale cambio di paradigma del management turistico che possa garantire un armonico bilanciamento tra benessere, sostenibilità e competitività della destinazione.

A questo proposito, Ferraro, nell’intervista rilasciata per il “CS Journal” elenca alcuni punti principali: il potenziamento del destination marketing targettizzato, nuove attività di business e la creazione di valore, finalizzati all’aumento del valore immobiliare e il prestigio nel nome e del marchio Costa Smeralda.

I benefici non sono solo a livello turistico ma si espandono con un eco ben più ampio, dando merito al Consorzio, “gestore e custode di un patrimonio naturale senza pari” (Mario Ferraro).

 

M.C.

Bibliografia: